Influenza e Covid nei bambini. Genitori, rivedete le vostre posizioni e vaccinate i più piccoli.

L’allarme e le proposte della Società Italiana Medici Pediatri: “Vaccinare i bambini dai 0 ai 6 anni ci aiuterà a individuare meglio eventuali casi Covid”
Con l’autunno-inverno in genere arriva anche l’influenza stagionale. Quest’anno avrà una sovrapposizione con i sintomi da Covid-19.
“Stiamo già ‘assistendo’ al panico nelle scuole di fronte al più semplice starnuto” – racconta preoccupato il dr. Giuseppe Mele – Presidente della SIMPE, Società Italiana Medici Pediatri.
“E’ quindi importante che il pediatra possa effettuare una diagnosi differenziale tra le due patologie. Questo vuol dire vaccinare da 0 a 6 anni, rispetto al passato quando si prevedeva la somministrazione indispensabile solo in presenza di alcune patologie croniche. Invitiamo ora anche i genitori a rivedere la propria posizione sul vaccino antinfluenzale, che permette comunque di evitare di contrarre una patologia a rischio. Il vaccino è un dono di Dio che ha permesso di debellare tantissime malattie”.
Dal 42 al 47%. Potrebbe essere questo il range di bambini asintomatici e/o con pochi e leggeri sintomi con infezione da Covid-19 nella popolazione pediatrica e che si vedrà appieno in autunno-inverno. Senza interventi specifici saranno dunque i bambini i veri ‘untori’ da coronavirus verso nonni e genitori, e quindi sarà fondamentale attivarsi proprio per loro. Questo significa non solo riorganizzare gli spazi comuni e le classi con distanze corrette, ma anche fornire ai pediatri del territorio, ai pediatri di famiglia, strumenti e presidi di supporto fondamentali nella ricerca della presenza del Covid-19 all’interno dell’infanzia e dell’adolescenza.
Le proposte sono quelle della SIMPE, Società Italiana Medici Pediatri, lanciate già dallo scorso mese di Aprile ed in una lettera al Ministro della Salute Speranza a Maggio: “Con l’apertura delle scuole, ci troviamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione nei contagi da Covid-19″ – ha spiegato il Presidente Mele – “ed è del tutto evidente che in queste condizioni la riapertura delle scuole può favorire la diffusione del contagio tra i bambini che a loro volta lo riporteranno a casa con il rischio reale di un nuovo picco epidemico. Sarà quindi fondamentale fornire da subito tutti quegli strumenti che possano consentire una indagine sierologica, da confermare con il tampone, e, naturalmente attivarsi per essere in grado di distinguere da subito i sintomi da Covid-19 ‘leggeri’, tipici dei bambini, da quelli influenzali o para-influenzali”. “Pensiamo anche – conclude Mele nel suo appello – di dover organizzare la pediatria di famiglia in forme associative diverse rispetto al passato per un approccio di comunità e non più rivolto al singolo. La popolazione pediatrica deve godere degli stessi diritti degli adulti e le stesse opportunità di assistenza, attraverso le Unità di Continuità Assistenziale dedicate alla pediatria (USCAP)”.
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