Inquinamento sfavorisce la fertilità maschile. L’andrologo può aiutare

Inquinamento e altri fattori influiscono sulla fertilità maschile. Le malattie andrologiche sono spesso causa di infertilità di coppia.
L’infertilità è un problema che interessa il 15% delle coppie italiane.
“In buona parte questo deriva dal fatto che l’età media delle coppie che ricercano una gravidanza negli ultimi anni è aumentata, comportando un potenziale fecondativo ridotto” – spiega il dr. Bruno Giammusso, Presidente della Commissione Fertilità della Società Italiana di Andrologia.
“Tuttavia, l’infertilità dipende anche da fattori differenti dall’età come, ad esempio, l’inquinamento. Mettendo a confronto le banche dati, gli spermiogrammi di uomini di 30/40 anni fa con i dati di oggi, si vede che la qualità del liquido seminale è peggiorata. La causa è in massima parte l’inquinamento: i tessuti testicolari sono particolarmente sensibili ai fattori inquinanti presenti nell’acqua, nell’aria e nel cibo di cui ci nutriamo”.
A dispetto di questi dati, si è portati a considerare la donna al centro delle problematiche di infertilità, rivolgendosi esclusivamente al ginecologo e alla fecondazione assistita.
Affrontare l’eventuale infertilità maschile può invece aiutare a risolvere il problema dell’infertilità di coppia, fino ad arrivare ad un concepimento naturale.
“Esistono infatti – conclude Giammusso – patologie curabili quali il varicocele, i deficit ormonali, gli stati infiammatori come le prostatiti, che possono essere trattate dal medico andrologo con una corretta ed efficace terapia. L’approccio terapeutico può permettere, inoltre, di migliorare nettamente le probabilità di successo di una fecondazione assistita non risultata efficace in prima linea”.
Guarda anche: