Parto prematuro in tempo di Covid. Mamma positiva e bambino separati?

Parto spesso prematuro in tempo di Covid. Come gestire il rapporto mamma-neonato è stato uno dei temi più difficili da affrontare per i neonatologi.
La pandemia da Covid-19, tra i molteplici danni causati alla Società italiana, ne comportato uno importantissimo per le giovani famiglie: ha contribuito ad ‘allontanare’ le neomamme dai neonati.
Come si sono comportati i medici in questa delicata situazione?
“Già all’inizio dell’anno 2020, allo scoppio della pandemia, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) – spiega il prof. Fabio Mosca, Professore Ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Milano e Past President della SIN – ha divulgato delle raccomandazioni per garantire che negli Ospedali italiani anche la mamma positiva al coronavirus al momento del parto potesse tenere con sé e allattare il neonato. Tali indicazioni sono state seguite nel 70% dei casi.
Dopo un primo periodo in cui le Direzioni dei singoli Ospedali avevano chiuso gli accessi per motivi di sicurezza, molti reparti di terapia intensiva neonatale hanno permesso la presenza dei genitori. Il motivo principale? Riteniamo che i genitori facciano parte della ‘unità di cura’ che il neonato in difficoltà deve assolutamente avere.
È stata un’esperienza difficile, perché inizialmente da Stati Uniti e Cina veniva suggerito di separare i neonati dalle madri dopo il parto. Superati i primi dubbi – conclude il prof. Mosca – la SIN ha tracciato una strada alternativa e, prima al mondo, ha voluto il neonato vicino alla sua mamma anche in tempo di Covid-19”.
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