Contraccettivi ormonali proteggono dai tumori femminili

Contraccettivi e rischio di cancro. Sfatato da tempo il dubbio che gli anticoncezionali ormonali possano procurare il tumore al seno, anzi.
È forse poco noto che le terapie anticoncezionali abbiano un effetto ‘di protezione’ da eventuali tumori femminili. Ancora oggi, infatti, a distanza di oltre 60 anni dall’invenzione della pillola ormonale, le donne hanno dubbi e remore sul suo utilizzo.
Tra le prime preoccupazioni c’è il rischio oncologico. Dal 1955 ad oggi, anche quando il dosaggio ormonale era particolarmente elevato, non è mai stata provata una correlazione con i tumori al seno.
“Questa è una delle prime informazioni che le donne devono ricevere” – afferma la dr.ssa Valeria Dubini, Presidente AGITE – Associazione Ginecologi Territoriali. “Grazie al suo meccanismo, la pillola protegge dal tumore ovarico riducendone l’incidenza sino al 50% e dal tumore dell’endometrio, uno dei più frequenti in post menopausa, in quanto mantiene un equilibrio ormonale ottimale.
Oggi esistono molti altri dispositivi contraccettivi, come quelli intrauterini con progestinici, che hanno lo scopo di aumentare l’efficacia anticoncezionale e allo stesso tempo di ridurre il flusso. Anche questi non hanno rischio oncologico e aggiungono una protezione per quanto riguarda l’endometrio. Non contenendo estrogeni possono essere utilizzati da donne con problematiche di coagulazione, sovrappeso o comunque con controindicazioni alla terapia ormonale.
Ci sono indicazioni positive che provengono dalla Gran Bretagna: sono utilizzabili anche da parte di donne che hanno subito un intervento di mastectomia al seno. In Italia i medici preferiscono però lasciar prima passare un lasso di tempo congruo dall’inizio della malattia oncologica.
Da ultimo – aggiunge Dubini – sono presenti sul mercato dei contraccettivi sottocutanei che contengono progestinici, in dose maggiore rispetto a quelli intrauterini, che forniscono ampia protezione all’endometrio”.
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